La separazione tra genitori rappresenta un evento decisamente rilevante nella vita familiare, che subisce una modifica nella struttura (dovuta alla fine della relazione di coppia), richiedendo una riorganizzazione del ruolo genitoriale.

Le sfide principali

Una delle difficoltà più frequenti riguarda la comunicazione tra gli ex partner, elemento cruciale per garantire una continuità educativa efficace nonostante la separazione. L’interruzione della relazione sentimentale, infatti, spesso lascia strascichi emotivi irrisolti: rabbia, risentimento, delusione o senso di colpa possono interferire con la capacità di mantenere un dialogo funzionale. Queste emozioni, se non adeguatamente elaborate, possono emergere anche nelle interazioni genitoriali, trasformando ogni decisione riguardante i figli in un potenziale terreno di scontro.

In questo clima, l’eventuale mancanza di fiducia si configura come un ulteriore ostacolo. La percezione, reale o immaginata, che l’altro genitore non agisca nell’interesse del bambino può alimentare atteggiamenti di controllo, critiche implicite o esplicite e tentativi di escludersi a vicenda dalle decisioni educative. In presenza di differenze marcate nei metodi educativi — un esempio frequente è quello della disciplina e delle regole — il rischio è che il figlio venga esposto a messaggi contraddittori, che possono determinare un vissuto di ansia, senso di colpa o problemi comportamentali.


Per queste ragioni è importante adottare modelli di collaborazione come quelli di co-genitorialità positiva, che propongono un approccio incentrato esclusivamente sul benessere e sui bisogni del figlio, svincolando la comunicazione tra ex partner dalle dinamiche emotive residue della loro relazione. In questo modo, comunicare non significa rielaborare o riaprire conflitti personali, ma collaborare in modo pragmatico per garantire al figlio stabilità, coerenza educativa e supporto emotivo.

Strategie per una co-genitorialità efficace

Una comunicazione funzionale in ottica di co-genitorialità positiva si caratterizza per essere:

  • Chiara: messaggi diretti, sintetici e privi di ambiguità.
  • Rispettosa: toni adeguati, scevri di accuse, recriminazioni o commenti svalutativi.
  • Focalizzata sui figli: incentrata su questioni legate alla crescita, all’educazione e al benessere dei figli.

L’obiettivo di questo modello è quello di trasformare il legame tra ex partner da “relazione emotivamente carica” a “collaborazione educativa”: un rapporto finalizzato a prendere decisioni condivise per il bene dei figli, pur riconoscendo e rispettando le differenze individuali.
Superare le fratture emotive significa accettare che, sebbene il legame sentimentale sia terminato, il legame genitoriale permane e richiede responsabilità, maturità e disponibilità al compromesso.

Adottare questa prospettiva, anche con il supporto di percorsi di consulenza genitoriale o di mediazione familiare, riduce sensibilmente l’impatto della separazione sui figli e contribuisce a promuovere uno sviluppo equilibrato sia a livello emotivo che sociale.

Il ruolo del supporto professionale

Quando le difficoltà di comunicazione o i conflitti tra i genitori sono eccessive o persistenti, l’intervento di consulenti pedagogici o mediatori familiari può aiutare a sviluppare strategie comunicative ed educative utili.

Per approfondire l’argomento:

  • De Dinechin, S. (2020). Rimanere genitori dopo la separazione. Comunicare e collaborare al meglio per accompagnare serenamente i figli. Franco Angeli.
  • Forani, F. (2022). Manuale di istruzioni per genitori separati.
  • Parsi, M. R. (2019). Genitori al singolare. Erickson.
  • Quadrelli, I. (2021). Genitorialità in transizione. Madri e padri dopo la separazione. Carocci Editore.


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